Conti alla mano verrebbe da dire che non arrecheranno sconquassi sulle economie della regione. Dopotutto due dei tre comparti coinvolti – armi e prodotti tecnologici a uso sia civile che militare – non rientrano nei beni di punta dell’export dei paesi balcanici. Mentre sul terzo, il bancario, una deroga permette agli istituti russi di avere ancora accesso ai mercati europei, attraverso le proprie controllate.
OSSERVATORIO BALCANI E CAUCASO
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